C’era un tempo, non molto lontano, in cui la Russia e l’Ucraina condividevano la stessa passione per la collezione di tappi a corona.
In tempi non sospetti infatti, un gruppo di collezionisti di tappi a corona russi ed ucraini decisero di mandare in stampa un set, composto da 75 pezzi totali, dedicato al collezionismo e ai collezionisti dei due Paesi.
Il set è composto per lo più di immagini di collezionisti russi. Una decina, qualcuno meno, è di nazionalità Ucraina. Settantacinque tappi, altrettanti collezionisti, più o meno giovani, uomini e donne, di due nazioni che oggi si fanno la guerra.
Era il 2013 quando la fabbrica Can-Pack S.A. mandò in stampa il set. Un’usanza che si ripete da alcuni anni in molte nazioni. In Italia è successo già tre volte. Ne ho scambiato uno italiano con uno di questi proprio recentemente, con un collezionista russo.
Era il 2013 dicevo, un anno dopo il finimondo. Il 20 febbraio del 2014 iniziano i guai. Prima le sommosse interne in Ucraina, poi il referendum e la secessione della Crimea, infine la crisi nel Donbass e l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Putin nelle repubbliche popolari di Doneck e di Lugansk.
Son trascorsi 10 anni dall’inizio di quell’inferno che per ovvi e vari motivi tiene il mondo col fiato sospeso. Spesso penso ai ragazzi morti in guerra e alla sofferenza dei civili.
Poi ci sono loro. I collezionisti Ucraini e Russi stampati per sempre in un set di tappi a corona, uno al fianco dell’altro, accomunati dalla stessa passione per il collezionismo, quello della raccolta, la conservazione e la catalogazione del tappo a corona.